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17 Le questioni politiche

Verso la metà degli anni Ottanta si manifestò un nuovo interesse da parte dei Ramones per le questioni politiche, interesse ribadito da un brano scritto da Joey, Dee Dee e Jean Bouvoir dei Plasmatics, intitolato "Bonzo Goes To Bitburg", una protesta contro la cerimonia in un cimitero tedesco con tombe di soldati nazisti a cui partecipò anche Ronald Reagan, all'epoca Presidente degli Stati Uniti d'America. Little Stevens, ex chitarrista di Bruce Springsteen, rimase impressionato dal testo («Sei un politico. Non diventare uno dei bambini di Hitler») e chiese a Joey di unirsi a Bruce e ad un'altra cinquantina di musicisti per la "Artists United Against Apartheid", che pubblicò anche un disco; Joey finirà per avere una piccola parte nel singolo "Sun City", avendo in questo modo l'occasione per cantare con vere e proprie leggende come Bob Dylan e Miles Davis.

Ma "Bonzo Goes To Bitburg" creò anche contrasti all'interno del gruppo; noti per essere sostanzialmente una band apartitica (al contrario, ad esempio, dei Clash, da sempre vicini alla sinistra), alcuni componenti del gruppo, come Johnny, nutrivano simpatie per la politica conservatrice del Presidente Reagan. Le dichiarazioni pubbliche di Joey andavano invece in senso contrario, con aperte critiche al comportamento del Presidente: nonostante tutti gli avessero detto di non andare alla cerimonia, lui volle partecipare comunque; a parere di Joey, si trattò di un vero e proprio schiaffo, che imbarazzò l'America; improvvisamente ci si era dimenticati dell'Olocausto.

Si decise di inserire comunque il pezzo nell'album di prossima uscita, rinominandolo "My Brain Is Hanging Upside Down" per far piacere a Johnny. Ma per il singolo la spuntarono Joey e Dee Dee e l'uscita avvenne con il titolo originale.

L'album Animal Boy uscì nel 1986 e ricevette grandi riconoscimenti; vinse il premio "New York Music Award" come miglior album e come miglior singolo, ovviamente con la canzone tanto discussa My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes To Bitburg); il singolo Something To Believe In, canzone punky-pop meravigliosamente kitsch, sfiorò l'Oscar come miglior video clip, superato solo da "Sledgehammer" di Peter Gabriel. Il video clip, inizia con un certo Ken Senomar (Ramones letto al contrario!) che spiega che cos'è il Ramones Aid; in pratica, si trattò di una presa in giro di Band Aid, grande associazione caritatevole dell'epoca, della quale tutti i più grandi artisti erano desiderosi di far parte; nel video è possibile ammirare i Ramones che cantano tenendosi per mano ai loro amici, tra i quali B-52's, Afrika Bambaataa, Cheap Trick, Ted Nugent, Sparkes, X e Circle Jerks.

Sulle colonne del "New York Time", Jon Pareles accolse con favore Animal Boy. Disse Joey:

Eravamo finalmente fuori dal tunnel. Abbiamo toccato il fondo nel 1983/84 e stavo pensando di smettere, od al massimo di fare un album come solista.
Dai tempi del mitico It's Alive, questo è l'album che secondo molti esperti è meritevole di maggior attenzione, anche se non sono mancate le critiche, come quella di Robert Christgau sul "Village Voice", secondo il quale il disco non era comparabile con la consistenza delle canzoni che hanno fatto grande il gruppo ed ormai lo smalto di un tempo sembrava essere passato; il giornalista si ricrederà con l'uscita del successivo LP.

Da ricordare la famosa Somebody Put Something In My Drink, forse il più bel ricordo lasciato al gruppo da Richie Ramone, che scrisse la canzone ispirandosi ad un fatto realmente accaduto, quando qualcuno mise di nascosto un acido nel suo cocktail. Da menzionare anche Love Kills, geniale omaggio di Dee Dee a Sid e Nancy.